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COLLOQUI



21.02.2005

La Vita e la Felicità



In nome di Dio, Gesù, Spirito Santo.

Sono qui con te. Che Dio guidi ed illumini questa comunicazione.

Voglio parlarti della Vita come parola e significato e in questa, la Felicità, che esiste, eccome!

È Manuele messaggero.

Gli esseri umani sono complessi per natura, perché non sempre riescono a trovare il significato alle parole Vita e Felicità; questi stati sono compatibili l'uno con l'altro perché si bastano.

La vita è piena di una moltitudine di cose che si possono fare e avere, desiderare, realizzare, sognare e, ancora meglio, vivere. Prendi, ad esempio, la Felicità, quella che conta per tutti, ma che non tutti sono pronti a coglierne il significato.

Nella maggior parte dei casi, la Felicità è definita come l'annullamento dei problemi, delle insoddisfazioni, perché in fondo sono le cause prevalenti di quel che non va; allora sarebbe utile imparare a gestire le cose con il loro significato.

Ti spiego. Le persone hanno un elenco di cause che fanno essere felici, e fanno "essere", perché è uno stato che va ritrovato ed equilibrato.

La libertà, i sogni, la famiglia, le amicizie e la realizzazione, in tanti sensi, spirituale, materiale, ma la realizzazione va vista come l'avere, non come l'usare, ed è proprio questo che fa la differenza.

Tutto quello che si ha nella vita ha un senso, uno scopo.

In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, io rimango e del mio Signore sono servo.

Angelo, Angel, Amore.

 

(Il colloquio riprende tre giorni dopo.)

Sono Manuele. Che Dio sia con voi sempre, nei vostri cuori, nelle vostre menti e la vostra anima si esalti al sentire il suo Amore. Qui con te per trasmetterti, per parlare di ogni argomento a me concesso.

L'essere umano dà un significato sbagliato alla parola Felicità: sono in pochi quelli che la riconoscono e sono in tanti a non voler vederla.

In questo mondo, le persone non hanno le condizioni di vita uguale. Esse sono diverse già all'interno di ogni cultura, figuriamoci all'interno dell'intero mondo! Nonostante tutto questo, è bene che sia chiaro cos'è la Felicità, da dove viene e dove si trova.

Per prima cosa, un essere umano deve essere grato della propria esistenza, per poi capire e poter concepire chiaramente ogni scelta e ogni decisione che si presenti all'interno di essa.

Le persone, in maggioranza, credono che per essere felici ci voglia molto, tanto da portarle a pensare che questa Felicità si trova là, in lontananza; che è qualcosa da raggiungere in futuro, quando, in verità, la Felicità è la libertà e la decisione.

Dio ha dato ai suoi figli il libero arbitrio e con questo la possibilità di decidere. E' chiaro?

Una persona può volere tutto, ma non potrà averlo. Una persona può avere tutto? No! Questa è soltanto un'impressione, perché essere felici implica la scelta della propria anima e il rispetto per la propria autentica natura.

Ci sono molte cose che un uomo può volere. Per esempio, un buon lavoro, un buon matrimonio, abbondanza nell'amicizia, l’amore vero, la libertà senza legami e compromessi, la realizzazione spirituale e materiale, il denaro e lo spirito, ma non esiste uno solo al mondo che possa avere tutto insieme!

Non potrebbe gestirlo e fra sé non tutte sono compatibili, perché per raggiungere ognuna di loro, si deve ricorrere al sacrificio di un'altra. Ecco perché è importante sentirsi bene quando si fa ogni scelta ed essere consapevoli di quello che comporta.

Se l'uomo sa cosa lo rende felice, dovrà capire che deve decidere senza tradire se stesso; dovrà accettare la rinuncia di qualche altra cosa, per poter sentire amore per quel che ha deciso, e per evitare rimpianti e accuse nei confronti di se stessi e con chi vive. Non è facile che questo si comprenda in totalità, perché l'uomo pretende troppo della vita, ma è facile riconoscere gli stati che fanno stare bene.

Quando ci sentiamo felici dentro è chiaro ed evidente e questa sensazione è di tale importanza, che solo lo spirito si sente coerente più della vostra mente che, invece, non fa altro che pensare senza sosta e, purtroppo, non sempre costruttivamente. Per questo, molte volte, vi grida dentro fino a colpire il cuore, le proprie insoddisfazioni e, peggio ancora, l'inganno che può far pensare ad un individuo di essere felice, proprio perché non ha percepito sensazione più vere, più pure dentro sé.

Quelle sensazioni fanno parlare con Dio, perché, ogni stato che rende felice, è un regalo di Dio, un patto firmato insieme a Lui. Riconoscere tutto questo, porta ad apprezzare la vita in modo migliore e consegue il raggiungere di ogni dettaglio ed ogni piccolo gesto che fa essere felici.

Per questo la vita dovrebbe essere sempre un canto di lode al Signore, perché Lui conosce la perfezione, le creature e le loro nature; perché Lui ha previlegiato l'essere umano e dona lui la conoscenza.

Quando un uomo riesce ad ottenere una grande ricchezza, sia per il proprio sforzo, sia perché nasce in un nucleo familiare che la possiede, deve, anzitutto, ricordare che questa a sua disposizione, è uno strumento per rendere felice non solo se stesso, ma tutti quelli che ne hanno bisogno.

Ma non sempre è così, e tanti al mondo la possiedono, ma non tutti sanno cos'è, a che serve, e neanche immaginano il bene che potrebbero fare con essa. E lo sai perché? proverò a spiegarti.

Nel caso in cui la natura dell'essere non ottenga la felicità con il denaro, ma con altre cose, e che viva desiderando i beni interiori ed esteriori altrui, come fanno la maggior parte degli uomini, non potrà capire che sta soltanto sprecando una possibilità che era stata appunto determinata e stabilita prima di nascere.

L'occasione di vivere possedendo molti soldi senza ricordare il prossimo che ne ha bisogno, non ha senso, non porta a costruire, ma soltanto allo spreco e il cattivo uso dei beni. Chiaro? Questo vale per ogni cosa che si possiede.

Il segreto della felicità è l'umiltà e la consapevolezza che c'è sempre qualcuno che ha di meno, e sempre qualcuno che ha bisogno di più.

Imparare a conoscersi dentro è estremamente importante perché, solo in questa maniera, si potrà prendere ogni decisione e riflettere sulla propria vita in sincerità vera.

Chi ha tanti amici, forse non ne ha uno vero; chi ha un amico vero, forse, non a caso, rinuncia a tutto il resto.

Chi desidera l'amore vero e una famiglia, deve rinunciare prima o poi all'eccesso di libertà individuale, perché entra a far parte di un legame puro, e il rispetto è la condizione dei pensieri.

Chi vuole invece essere libero di vivere e fare ogni cosa senza rendere conto a nessuno, deve rinunciare ad un legame vero e si troverà, prima o poi, a voler raggruppare ogni valore e sentimento che prima era sfuggito per paura o per lo sbaglio di pensare che la libertà vuol dire strafare, vuol dire azione e non riflessione, vuol dire infrangere ogni regola; e questo a causa della propria ignoranza e presunzione.

Qualunque delle due sia, si deve capire, in questo caso, che le regole non sono di massa, e questo in un linguaggio amplificato.

Le regole per ognuno sono diverse a causa della propria individualità; a causa delle diverse esperienze che ogni persona vive nella propria vita. Soltanto ognuno può sapere e capire quali sono i propri limiti e per tutti ci sarà un'evidente differenza.

Non è detto che il limite di un altro sia il proprio e non è detto che le regole e la forma di gestire la propria esistenza siano uguali per gli altri. Per questo è importante, per comprendere meglio, se sia ha una maschera o se si è se stessi, a prescindere dal mondo circostante. Tutto comporta un sacrificio e non potrebbe essere diversamente.

Gesù, Figlio prediletto di Dio, ha compiuto quello più estremo, e non per uno scopo proprio ma per amore verso di noi, e per onorare suo Padre, perché mai nessuno ha amato in tal modo da rinunciare a tutto per concedere se stesso a tutti.

Parliamo del proprio mestiere o lavoro.

Anche in questo caso, l'uomo si trova a fare delle scelte, ma basterebbe proiettarsi in un futuro e capire se l'immagine, che vediamo di noi stessi, porta felicità nei nostri cuori, qualunque mestiere si faccia o si desideri fare.

Non si può e non si deve giudicare, e questa è la prima regola. Non bisogna pensare:"Io lo faccio perché è meglio del tuo" o "Io lo faccio perché non posso fare di meglio."

Entrambi i pensieri sono negativi, per il discorso fatto prima sulle individualità, nei limiti e nelle esperienze. Compreso?

Si deve sentire dentro una sintonia con se stessi e con quello che si fa nel mondo.

E’ talmente tutto diverso nella natura di ogni uomo che, per comprendere meglio le idee e i pensieri, si deve rincorrere e raggruppare gli atteggiamenti simili e i pensieri.

L’ essere umano è diverso da chiunque altro. Soltanto Dio sa e riconosce le anime somiglianti perché Lui le ha create. Faccio un piccolo esempio per chiarirti meglio.

Dio individua due anime molto simili - parlo di similitudine, perché siamo tutti unici e ci differenziamo per qualche particolare che solo il Creatore legge e che all’ uomo può arrivare come una sensazione che interamente lo pervade.- 

Proseguo...

Queste anime nascono entrambe nello stesso mondo, ma in paesi diversi, con culture diverse, e con sessi diversi. E' ovvio e naturale, che l'impersonificazione sarà vissuta in maniera diversa, e che la percezione del mondo e dell'esistenza sarà individuale.

L'essere umano fa fatica a capire e a comprendere questo e, quindi, molti si limitano a differenziare le razze, ad escludere o ad introdurre, a proprio piacimento nel proprio sistema, perché non possono neanche arrivare ad immaginare, che un uomo indiano sia di un'anima molto somigliante ad un uomo occidentale.

Questo è ovvio, per le ragioni che ti ho detto prima; ed è ovvio, perché l'uomo non ha gli occhi di Dio o la percezione che il Signore concede al suoi servitori celesti.

Per Dio non c'è differenza, tanto e tale è il suo immenso Amore, che niente e nulla rimane per Lui un segreto, né la cultura, né il colore della pelle, né i beni che si possiedono o quelli che non si hanno, né la bellezza fisica, né la mancanza di questa. I suoi abiti non saranno indossati da un uomo, perché la loro bellezza e inconcepibile e, basta sentire la sua grandezza e la sua misericordiosa paternità, per immaginarli? No, per sentirsi indegni!

Potrei nominare infinità di situazioni che per essere realizzabili, si dovrebbe coscientemente rinunciare ad un'altra.

Il punto importante da tenere presente è l'umiltà. Questo valore, ricco e molto potente, fa evidenziare le differenze, saggiamente, perché arricchisce lo spirito e aiuta a valorizzare cioè che si ha.

Con questo pensiero messo in atto, si impara ad amare e si impara a prendere ogni decisione nel massimo rispetto e coerenza con quello che si vuole avere nella vita. Non è difficile da comprendere solo che, l'uomo, gran parte delle volte, è talmente pieno di sé, che non riesce a percepire l'umiltà e la riconoscenza. Pensano che tutto quello che hanno, un lavoro, una posizione e tanti altri particolari che possono dare soddisfazione personale, davanti ad una situazione presente. Ma la cosa fondamentale è capire che l'umiltà porta a crescere e nutre con sé grandi valori.

E' necessaro apprezzare ed amare quello che si fa, senza dimenticare che il valore più importante è la spiritualità.

Proverò a spiegarti il senso di una determinata situazione.

Le persone, che vogliono vivere in maniera spirituale, devono avere piena coerenza; vale a dire, che non si può pensare di vivere come il Budda in una metropoli, perché la natura di quel tipo di spiritualità non comporterebbe lo stesso risultato.

Cerco di chiarirti...

Bisogna imparare a non trascurare nè la parte spirituale, nè la parte  materiale. Ovviamente è diverso per ogni situazione personale, per cultura o per uno scopo proprio e preciso.

Quello che cerco di dire, è che bisogna ricordarsi che il lavoro spirituale si può svolgere sempre, dando il giusto valore ad ogni riflessione interiore, a prescindere dell'attività che si svolge. Ugualmente, è importante ricordare che non si vive, o meglio, si ragiona solo di meditazione, tranne i casi dei Beati, perché le vite dei Santi, o dei grandi illuminati esistenti, sono un discorso a parte.

È per tutto questo che serve l'amore per se stessi in tutti i sensi, per poter dare amore agli altri, per poter concedere il meglio che si ha. Se questo fosse presente in tutte le persone, non esisterebbe l'insoddisfazione, invidia o la guerra e tanti altri sentimenti e situazioni sbagliate.

È chiaro che la parola Verità è sinonimo di Consapevolezza e, a nulla serve sapere se non viene messo in atto quel che si può.

Ti faccio un esempio.

Sono in tanti a desiderare cose che, in realtà, sono impressioni personali riferite ad un ego che caratterizza la superficialità.

I desideri devono avere la passione, l'amore, la speranza, il riconoscimento del bene da parte dell'anima e l'umiltà incisa nel cuore poi, con pazienza e perseveranza nel proprio limite, per avere così, da parte della vita, le risposte e i segnali che ne fanno parte.

Quando si inizia a comprendere cioè che realmente rende felici, allora è qui, quando si mettono da parte tante cose alle quali prima si dava molta importanza; è qui, quando si comincia ad apprezzare quello che conta veramente e che per ognuno è diverso. Allora ci si può sentire felici e ringraziare umilmente Dio, il Signore, il Creatore, per permettere questa felicità; perché questa è uno stato che si matura, che si individua e si ama, che non è in lontananza, ma è qui accanto.

L'uomo non può essere totalmente perfetto. Questo luogo che è il mondo terreno, che siete voi umani viventi, non potrà essere un paradiso. Ricordi perché? il male, purtroppo, ne fa parte! Se ogni persona pensasse sempre giustamente, perché dovrebbero esserci i problemi?

Il fatto è che la vita è per viverla, per sperimentarla, e quindi i problemi ci devono essere. Che senso avrebbe, come si potrebbe fare esperienza se non fosse così?

Ed è da ricordare che, nella maggior parte dei casi, si impara naturalmente dalle esperienze che in precedenza avevano creato un problema, perciò è necessario capire interiormente, e capire, soprattutto, quello che la vita offre e che da Dio viene, prendendosi cura di ogni valore e sentendo la Fede che a Lui unisce.

È per questo che qualcuno ha detto:"Per essere felici basta poco."

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

(Disegna ora un fiore formato da 7 petali a forma di cuore e scrive:)

"La bellezza di un fiore deriva dei cuori che si sovrappongono gli uni sugli altri."

Sono in compito amorevole e sono qui per illuminare la tua percezione e tu trasmetti con me.

Grazie a Dio. Amore in te. Vi amo.

Manuele





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