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PARLANDO DELLA MEDIANITÀ



25.02.2008

Come mai tanti non desiderano conoscere le tue comunicazioni?



Cara Bri, sono io, il tuo Angelo, aspettavi che io venissi, ma già mi sentivi dentro.

Ricorda: ogni volta che senti dentro te il buio, chiama interiormente e con fermezza Dio, che sarà pronto a versare la luce che tanto cerchi.

Io vi proteggo, ma voi ascoltatemi e rendete lode al Signore Dio Supremo, attraverso il ringraziamento quotidiano e l’allontanamento dei lamenti infetti di orgoglio e desideri vanitosi.

Domanda: Come mai tante persone, nonostante sappiano che tu, non solo esisti, ma che comunichi con noi, non hanno mai il desiderio di conoscere queste comunicazioni?

Cara mia anima alleata, questa domanda ha tante risposte ed ognuna comporta un nome.

In confidenza ti dico che, nelle persone che mi erano vicino nella mia esistenza terrena, noto tanti pensieri variabili nella decisione o, se meglio tu intendi, tante contraddizioni.

Per qualcuno sono vivo e basta, o così mi pensano in qualche posto lontano, ma non sento interiormente la necessità in quegli esseri di ritrovarmi attraverso l’evoluzione, ma attraverso i ricordi e i momenti terreni condivisi.

Questo può essere per orgoglio di poter accettare, con umiltà, di ricevere parole mie attraverso altri, e  preferiscono così essere lontani, non capendo che solo il fatto di poter avere un dialogo con me, li porterebbe a progredire spiritualmente, anche se fosse minimamente. Ma queste menti sono cieche e non vogliono vedere o sentire frammenti di verità, che possano alterare quella che ritengono la loro verità, non per altro che per ignoranza.

Per altri sono vivo, sanno di queste comunicazioni e credono nel profondo, ma non sentono un bisogno di seguirle, perché pensano che queste, se mai, possano portare frutto solo a chi le riceve. Oppure pensano che, tutto sommato, io dovrei sapere tutto di loro, perché sono in alto e quindi dovrei essere io a farmi vivo con loro e presente attraverso il continuo consiglio quotidiano.

Credono che questo non si verifichi, perché io abbia meglio da fare, oppure danno la colpa a chi di parole mie riceve, per non predisporsi a ricevere per loro, non comprendendo che la prima cosa che deve predisporsi è il loro cuore che ricercherà un contatto di amore e non la mente che vorrà, come al solito, conferme e prove al loro vanitoso desiderio di sentirsi importanti.

Altri credono e rispettano e aspettano, ma non sanno cosa e, nel frattempo, la loro mente è annebbiata di materialità e monotonia psichica. Sono mente buone ma distratte e incoscienti nel valore genuino del tempo.

Altri ancora sanno di queste comunicazioni, ma non mi ritrovano e sono convinti, erroneamente, che non sia io, che non siano parole mie, e non hanno minimamente interesse di capire il mio linguaggio rinnovato e ritrovato, per timore di non trovare più me. Anche questo purtroppo è a causa dell’ignoranza che governa a pieno.

Dio non condanna il non sapere, ma il respingere il conoscere, perché questo è opera dell’ego e non della comunione con Lui.

Chi vuole conoscere si apre umilmente e scavalca gli ostacoli della ottusa mente; la mediocre convinzione di passaggio colpisce e attraversa con il faro in mano il cammino della Fede, che porta a capire e comprendere ciò che non è di solito comprendere e capire.

Il pensiero mio, che accompagna questa consapevolezza, è la conseguenza per ognuno di loro, perché saranno loro stessi a rimpiangere la diffidenza o la freddezza con cui hanno trattato l’argomento.

Altro non posso dire riguardo a questo, ma tante pagine leggo e tante righe vorrei correggere.

Il pregiudizio che accompagna più di un pensiero è devastante: con quanta facilità alcuni giudicano l’apparenza e con quanta difficoltà la sanno capire veramente.

Tanti di quelli con cui ho condiviso, a te conosciuti, hanno puntato il dito contro, non solo verso di te e verso le situazioni della tua vita, ma nei confronti del prossimo in generale.

Ricorda che le persone dal giudizio facile, sono spesso più in peccato delle altre, e sono spesso quelli che trovano meno soddisfazioni nelle virtù e nei valori allontanandosi così dallo spirito che non possiede altro.

Per questi, Bri, è inconcepibile accettare che io possa comunicare attraverso una come te, con una che ha offeso e ferito tanti cuori. Chi ti ha condannato, ha perso un treno in questa vita, perché non ha veduto oltre alle sue narici ed ha firmato ogni giudizio con nome e cognome.

In tanti potrebbero dire che è normale ed umano chi ha potuto pensare cose sbagliate. Ma sono sempre in errore perché, chi ritiene l’errore una qualità umana, si sbaglia, visto che non è altro che la piaga che giustifica la meschina capacità di vincere il proprio orgoglio, ostacolando così la possibilità di evolvere e di generare ulteriori punti di vista, rimanendo in conseguenza fermo in un punto in mobile e solo in apparente movimento.

I desideri propri di soddisfare ogni necessità materiale possono distruggere; quelli invece che cercano di soddisfare lo spirito, possono ricostruire e risanare.

Ma, per arrivarci, occorre un essere che in tutti i modi cerchi Dio attraverso il vivere ogni situazione ed ogni movimento, accompagnato del pensiero costante del Suo amore e della Sua giustizia.

Chi mette in discussione questo, non sa di esistere ma, soprattutto, non sa chi è stato a crearlo.

Per altri invece sei diversa, ti vedono con gli occhi dell’anima e quindi riconoscono in te l’amore. Sono queste le persone che ti cercano e che non hanno mai obbedito al male che imponeva loro di giudicarti.

Altri invece hanno modificato i loro pensieri e hanno trovato pace e conforto nel tempo, ma non rimedio.

Chi è andato oltre ed ha trovato, attraverso te, un strumento, ha semplicemente più possibilità di evolvere di chi ha trovato solo in te un ostacolo o una manipolatrice fanatica e folle.

Li ho lasciati tutti a Dio, dal primo all’ultimo e altrettanto dovrai fare tu sempre.

Io ci sto per chi mi cerca perché, chi cerca nel mistero, vuole conoscere meglio Dio e, chi cerca me, deve cercare anche mio Padre.

Manuele





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